LA SIAR PER LA FORMAZIONE INSEGNANTI

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Alcuni analisti reichiani sono anche insegnanti e quindi consapevoli dell’importanza e della difficoltà della funzione educativa oggi: da qui nasce il progetto S.I.A.R. di formazione insegnanti, autorizzato dal M.I.U.R..

Seguendo l’impulso indicato da Wilhelm Reich, indirizzano la loro azione non solo alla psicoterapia, ma alla prevenzione, orientando la loro riflessione a meglio comprendere le interazioni tra benessere dell’individuo e contesto sociale, i collegamenti tra pratiche educative nella prima infanzia e sviluppo dell’individuo. Hanno quindi messo a punto, fondandosi sul modello teorico SIAR,[3] uno schema originale per strutturare corsi di formazione per insegnanti.

I temi dei corsi sono la prevenzione, i bisogni psicologici e sociali dei bambini e dei ragazzi, la gestione della classe, la comunicazione emozionale, la comunicazione attraverso il corpo. I corsi sono pensati  per insegnanti di ogni ordine e grado, dalla scuola d’infanzia fino alle scuole superiori: la tematica della comunicazione nella relazione è trasversale.

Particolarmente proficui sono i corsi  frequentati da docenti che lavorano in ordini di scuole differenti, perché l’eterogeneità consente di rintracciare con maggior facilità il filo della continuità dello sviluppo nelle varie fasi evolutive.

L’originalità dello schema metodologico della formazione S.I.A.R. consiste nella combinazione congiunta e interattiva di tre differenti livelli formativi.

  • Un livello esperienziale corporeo, in cui si propongono ai docenti in piccolo gruppo esercizi corporei atti a sperimentare le proprie sensazioni fisiche e le proprie modalità di relazione; utilizzando, accanto a giochi ed esercizi di role playing, gli acting di Vegetotrapia.
  • Un livello teorico in cui si presentano in modo divulgativo alcune parti del modello S.I.A.R. relative alla psicologia dello sviluppo, alla psicologia sociale, alla formazione del carattere, alla prevenzione, alla comunicazione corporea e non verbale nelle relazioni duali e di gruppo.
  • Un livello applicativo, che consiste nell’utilizzare la metodologia di supervisione in gruppo elaborata dalla S.I.A.R. in ambito clinico, estendendola all’esame di situazioni specifiche portate dai docenti stessi, connesse alla loro pratica educativa relativamente agli aspetti relazionali.

Questo schema formativo su tre livelli  è stato sperimentato con buoni apprezzamenti da parte dei corsisti: nell’arco di tre anni, da circa 200 docenti  in tre regioni italiane (Lazio, Abruzzo e Piemonte).

Dal prossimo anno, 2018-19, si estenderà l’offerta formativa a Sicilia, Marche e Toscana. I corsi di formazione hanno durata variabile dalle 15 alle 20 ore e sono riproponibili in step successivi di approfondimento. Tutti i corsi sono tenuti da psicoterapeuti analisti S.I.A.R., formati al lavoro di gruppo, alla supervisione e alla metodologia di lavoro corporeo in cui si utilizzano gli acting di Vegetoterapia.

 

[1] I corsi di formazione SIAR sono autorizzati dal MIUR a livello nazionale ai sensi della ordinanza 170/2016.

[2] Psicologa, Psicoterapeuta S.I.A.R.

[3] Il modello SIAR (Società Italiana di Analisi Reichiana) è un modello teorico relazionale, sistemico, energetico. Si riferisce alle ricerche di Wilhelm Reich, allievo di Sigmund Freud e fondatore della psicoterapia a orientamento corporeo ed integra gli strumenti clinici da lui sviluppati per primo, come il lavoro corporeo con la Vegetoterapia  e l’analisi del carattere, operando una sintesi con una riflessione psicodinamica. Il modello SIAR, la cui diffusione è sostenuta dalla scuola di psicoterapia che ha sede a Roma, ha riconoscimento a livello internazionale nell’ambito delle psicoterapie a orientamento corporeo, soprattutto per l’efficacia della supervisione clinica. Il modello SIAR si presta a leggere e a modificare, in un modo particolarmente agile, le interazioni gruppali. La sua prassi, che si declina nella Vegetoterapia Carattero-Analitica, nell’analisi del carattere e nell’analisi del carattere della relazione, si integra con le più recenti teorie delle neuroscienze.

 

Silvana Bragante

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