Laboratorio per genitori


  • I Giocattolai

Laboratorio creativo rivolto a genitori, nonni, educatori e insegnanti, per costruire semplici giocattoli per bambini: un gomitolo di lana e qualche giro di lavoro ai ferri per veder nascere un allegra comitiva di animaletti, oppure una dolce bambolina con il suo corredo; panno colorato e pochi punti sono sufficienti per fare un omino dei boschi……

L’ideazione e la costruzione di giocattoli diventa lo spunto per riflettere insieme su ciò che proponiamo ai bambini per il gioco, sulla qualità dei materiali, il messaggio educativo racchiuso in un oggetto. Il giocattolo e il giocare sono intesi, in questo percorso, come strumenti di conoscenza e pretesti per imparare, è un modo diverso di pensare al gioco, in contrapposizione con la diffusione del giocattolo industriale e omologato, che influenza fortemente le scelte dei bambini.

I Giocattolai si pone quindi l’obiettivo di fornire strumenti di conoscenza sul mondo della creatività e dell’immaginario infantile, passando però dall’esperienza personale del laboratorio, che stimola il piacere di ricontattare manualità, espressività e fantasia, divertendosi a costruire, insieme ad altri, degli oggetti per il divertimento dei piccoli.

Il laboratorio è condotto da:

Elena Sanzovo, psicologa

 

  • Sono genitore di un maschio, sono genitore di una femmina

Il laboratorio intende riunire genitori di figli di tutte le età, trasversalmente: genitori di piccolissimi, di ragazzi e di adolescenti.

I genitori dei piccolissimi ascoltando i genitori con figli più grandi si proiettano nel futuro, ponendo con maggior consapevolezza nell’oggi le basi per affrontare situazioni che matureranno in seguito.

I genitori degli adolescenti, rammentando la prima infanzia, potranno trovare nel proprio bagaglio quei gesti empatici in grado di sostenere i figli nella loro ricerca di equilibrio, componendo l’ apparente contraddizione tra richieste infantili ed affermazioni di indipendenza adulta.

Tutti, rammentando le vicende della propria adolescenza, valuteranno la difficoltà di questa fase di vita, un passaggio arduo tra l’infanzia e l’età adulta. Il compito sano dell’adolescente è staccarsi da qualcosa che ama molto e che gli ha dato sicurezza, per proiettarsi in un mondo nuovo che ancora non conosce. L’adolescente  deve procedere, si deve staccare, è come un acrobata che cammina in equilibrio su un filo teso tra due punti di appoggio, uno conosciuto, la sua infanzia, e un altro ignoto, la sua vita futura. Sotto il vuoto.

Il tema di confronto è un tema trasversale: la sessualità, dall’educazione sessuale agli stereotipi di genere, all’educazione all’intimità.

Spunti possibili: “Metto fuori sul portone il fiocco: azzurro, rosa o di un altro colore”, “Gioco con la bambola, con le macchinine, con il fucile?” “Winx o Ben Ten?” “L’educazione sessuale  è ancora di moda? E’ancora necessaria? “,“Mamma questa notte viene a dormire a casa il mio ragazzo/a”.

Educare a diventare uomo, educare a diventare donna è un compito più ampio di educare alla  sessualità.

L’educazione solo in minima parte passa attraverso gli atti consapevoli dei genitori. La formazione di un pensiero, di un atteggiamento sulle questione di genere e di sesso avviene in modo complesso, in gran parte assorbita per imitazione, attraverso gli episodi vissuti nella quotidianità, gli imbarazzi, le reticenze, i non detti, a contatto con  i genitori stessi, ma anche con altri adulti, con coetanei e  con l’esposizione ai mass-media e a internet.

Aumentare la consapevolezza dei genitori rende il compito educativo più efficace.

Un’ educazione efficace alla sessualità  data dai genitori, in famiglia, richiede  una seria riflessione sui valori personali profondi, sulla propria idea di uomo e di donna, che possa tenere la rotta tra le molteplici influenze educative proposte nella società d’oggi e che, di fronte alla messa in discussione dei figli adolescenti, regga la prova del fuoco e ne esca temprata.

Programma della giornata:

  • Gioco iniziale di presa di contatto
  • Breve presentazione e motivazione ad essere qui oggi
  • Fare un disegno,  collegamenti empatici sui simboli presenti nei disegni
  • condivisione in gruppo
  • PRANZO
  • Proiezione di uno spezzone di film o simulata, partendo da un evento critico che un genitore sta vivendo
  • Giochi di condivisione
  • Compilazione di scheda con domande
  • Si terminerà con una suggestione (una poesia, un’opera d’arte).

Il laboratorio è condotto da:

Silvana Bragante, psicoterapeuta

Ornella Dutto, psicoterapeuta

 

  • Facciamo la nanna

A che serve dormire? La nanna, l’annoso  problema di far dormire i propri figli… a qualsiasi età: dalla più tenera, in culla, fino all’età scolare e oltre. Dormire, riposarsi, abbandonarsi ai sogni, alla notte, nella nostra società non sembra facile; coricarsi diventa spesso lungo, mille distrazioni distolgono da questa abitudine che porta nel buio della notte…molti bambini si trascinano fino alle undici o a mezzanotte, mentre i genitori si sgolano. In altri casi, i più piccoli piangono, si dimenano, dormono sonni agitati con molti risvegli, scambiano il giorno per la notte… E intanto tutti si diventa stanchi, nervosi, stressati e delicati di salute.

In che modo possiamo accompagnare i nostri figli nel mondo di Morfeo, senza drammi?

Sono previsti i seguenti momenti:

  • Seminario teorico sul tema del sonno con spunti scientifici e antropologici: la funzione, le fasi, i ritmi, alcune problematiche legate al sonno in adulti e bambini, le soluzioni in medicina e psicologia.
  • Laboratorio per intonare insieme antiche cantilene, ritmi e ninne nanne, accompagnati dal suono dell’arpa.
  • Confronto e riflessione sulle diverse modalità di accompagnamento al dormire, attraverso i rituali più adatti, l’ascolto delle esigenze e delle paure del bambino, dandogli i limiti necessari, pur senza ricorrere alla rigidità di posizioni che rischiano di essere punitive e dolorose.
  • Follow-up e conclusione.

Il laboratorio è condotto da:

Elena Sanzovo, psicologa

Annalisa Battaglia, musicista

 

  • Giocare in famiglia

Giocando i bambini si divertono, sono sereni, imparano a vivere: fanno un’attività fondamentale per la loro crescita. La famiglia è il primo luogo in cui il bambino sperimenta il gioco. Durante il seminario rifletteremo insieme sui seguenti temi: quando e come i genitori giocano insieme ai loro figli? Quali oggetti offrire per il gioco? Come organizzare gli spazi domestici per il gioco? …

Lo spazio dedicato al laboratorio sarà allestito con una piccola collezione di giocattoli, costruiti con materiali facilmente reperibili in casa, utilizzando tecniche semplici ma efficaci. Questa ambientazione favorisce l’accoglienza, la curiosità, avviando una riflessione sul tema del gioco.

Sono previsti i seguenti momenti:

  • Seminario teorico sul tema del gioco. Verranno affrontati argomenti come: la funzione del gioco per una crescita sana a livello sensoriale, fisico, intellettivo, sociale, ecc., i giochi legati alle diverse tappe evolutive, l’uso dei giocattoli e di altri materiali…
  • Momento di condivisione di racconti sulle proprie esperienze di gioco, stimolato dall’ascolto di una poesia.
  • Laboratorio di manipolazione. Introdotte dal racconto di una fiaba, verranno presentate alcune tecniche di manipolazione basate sull’esplorazione fantastica dell’oggetto. A partire da una di queste tecniche ogni partecipante costruirà il proprio giocattolo “personale”.
  • Confronto e riflessione sulle diverse modalità di gioco che coinvolgono tutti i membri della famiglia, gli spunti di gioco offerti dalla quotidianità, dalla casa, dalle attività artigianali, il gioco all’aria aperta…
  • Follow-up e conclusione.

 Il laboratorio è condotto da:

Elena Sanzovo, psicologa

Umberto Carbone, pedagogista

 

  • Dirlo senza parole…ma sapere le parole per dirlo

Laboratorio interattivo sulla comunicazione non verbale tra genitori e bambini, dopo una breve esposizione del conduttore ad inquadramento dell’argomento, si raccolgono esperienze personali con varie tecniche, biglietti, cartelloni, gioco di ruoli…in modo da favorire il farsi attivo e propositivo dell’ascoltatore. Il taglio di ogni intervento sottolinea la comunicazione non verbale, e conseguentemente la centralità della consapevolezza del corpo e del respiro. Temi:

  • La comunicazione senza parole che già usiamo ogni giorno: gesti, posture, atteggiamenti, mimica,…Vederla, sentirla, conoscerla.
  • Quale comunicazione con i piccolissimi. L’accoglienza di base. Gravidanza e primi giorni a casa.
  • Quale comunicazione con i piccolissimi. Il ritmo regolare del prendersi cura.
  • Quale comunicazione con i piccolissimi. … ed evitare che si trasformi in un tiranno.
  • Quale comunicazione con i piccolissimi. Cosa fa la mamma, cosa fa il papà? Ruoli intercambiabili?
  • Quale comunicazione con i bambini nei momenti in cui c’è da cambiare qualcosa: svezzamento.
  • Quale comunicazione con i bambini nei momenti in cui c’è da cambiare qualcosa: tata, nonni, nido, nido in famiglia.
  • Cosa facciamo per formare il carattere dei nostri bambini? Alla ricerca di strumenti e materiali per la costruzione creativa di strategie educative efficaci.

Il laboratorio è condotto da:

Silvana Bragante, psicoterapeuta

Sabrina Querella, insegnante yoga

 

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